La Settimana Santa di Ispica - Visit Ispica

La Settimana Santa di Ispica

“…non c’è paese in Sicilia, in cui la passione di Cristo non riviva attraverso una vera e propria rappresentazione, in cui persone vive o gruppi statuari non facciano delle strade e delle piazze il teatro di equel grande dramma i cui elementi sono il tradimento, l’assassino, il dolore di una madre”.

(Leonardo Sciascia, Feste religiose in Sicilia, 1965)

I riti della Settimana Santa di Ispica sono patrimonio della comunità, un tesoro da custodire e tramandare alle nuove generazioni. In esse sono racchiuse le radici culturali della città, la storia e la cultura. Durante la Settimana Santa di Ispica fede, tradizione e folklore si fondono regalando spettacoli autentici di grande interesse e di intense emozioni. Le celebrazioni hanno inizio con l’ultimo venerdì di Quaresima “U venniri ra‘ Santa Cascia”, seguono la Domenica delle Palme, i giorni cruciali del giovedì, del venerdì e culminano con la domenica di Pasqua.

Ispica diventa così meta per i pellegrini e per i turisti attratti dalla commovente e suggestiva atmosfera di pietà popolare che precede la Pasqua.

«Nella seduta del 3 aprile 2014, la Commissione Eredità Immateriali ha riconosciuto nella “Settimana Santa a Ispica” quei valori di rilevanza validi per il suo inserimento nel Registro del patrimonio culturale immateriale della Regione Siciliana tutelato dall’Unesco».

Spaccaforno, il paese dei due Cristi

Perché 2 Cristi?

Perché le protagoniste delle processioni sono due statue di antica manifattura, una è quella del Cristo alla Colonna portata in processione il giovedì santo e custodita all’interno della basilica Santa Maria Maggiore e l’ altra è quella del Cristo con la Croce portata in processione il venerdì santo e custodita nella basilica della SS. Annunziata.

La fede, le tradizioni e il senso mistico che in questi giorni si respira in città sono un’ esperienza unica che va vissuta con partecipazione.

 

 

Curiosità

Lo sapevate che… se vi trovate ad Ispica durante il periodo della Quaresima ogni venerdì, detto “venniri i marzu” potete sentire suonare all’alba le trombe della passione che annunciano la morte di Cristo.

Lo sapevate che… durante tutto il periodo di Quaresima, nelle basiliche di Santa Maria Maggiore e della SS. Annunziata è possibile “acquistare” la cera votiva (ex voto di cera).

Si tratta di opere scultore in cera raffiguranti bambinelli, parti del corpo, candele donati dal fedele ai Cristi come ringraziamento per una grazia ricevuta o per una richiesta di benevolenza. È usanza ornarli e rivestirli di colore rosso (Cristo alla Colonna) o azzurro (Cristo con la Croce) per poi esporli lungo le navate delle chiese di Santa Maria Maggiore e SS. Annunziata per l’intera Settimana Santa.

 

Ultimo venerdì di Quaresima

La Settimana Santa, atipicamente, comincia l’ultimo venerdì di Quaresima. Due sono gli appuntamenti imperdibili: nella basilica di Santa Maria Maggiore si svolge il “saluto” al Cristo flagellato alla Colonna e la proclamazione dei nuovi confrati. La parte più intensa di questo momento è il grido “culonna”, invocazione al Cristo flagellato alla colonna.

Nello stesso momento nella basilica della SS. Annunziata si svolge la processione della cosiddetta “Santa Cascia”, un’urna reliquiaria in argento del XVIII sec., di pregevole fattura, che contiene la Santa Spina (secondo la credenza si tratta di un frammento della corona di spine di Gesù).

Dopo la processione una suggestiva drammatizzazione dialogata della Passione di Cristo curata dall’Associazione Cattolica Don Bosco dei devoti e portatori del SS Cristo con la croce, anima Corso Garibaldi e piazza SS. Annunziata. Al termine assisterete alla deposizione del Cristo morto e al rientro nella Basilica SS Annunziata del catafalco con San Giovanni e l’Addolorata. Il momento piu’ atteso è quando i portatori del SS Cristo con la croce intoneranno il canto tradizionale del Popule Meus mentre il sacerdote collocherà la Santa Spina nel simulacro del SS Cristo.

Domenica delle Palme

La domenica delle Palme è molto significativa per gli ispicesi. In ogni chiesa della città si svolge la benedizione dei rametti di ulivo e delle palme intrecciate.
I ragazzi dell’associazione “Fazzoletti Rossi” della Basilica Santa Maria Maggiore sono protagonisti della rievocazione animata del momento dell’entrata di Cristo a Gerusalemme mettendo in scena una breve processione che parte dalla rotonda all’ingresso della città (provenendo da Siracusa) che si conclude nel loggiato del Sinatra antistante la Basilica di Santa Maria Maggiore.
Siete catapultati, come in un viaggio nel tempo, nella terra di Gesù Cristo, che in sella all’asinello viene accompagnato dal popolo, che, sventolando rami d’ulivo e palme benedette, vi accompagna in chiesa per la celebrazione della Santa Messa solenne.

Curiosità

Lo sapevate che… le foglie delle palme vengono abilmente intrecciate a mano da maestri artigiani, realizzando bellissime “sculture”. Palme: simbolo di fede; L’asinello : simbolo di umiltà e mitezza.

Mercoledì Santo

La Settimana Santa è il periodo più importante dell’anno per l’intera comunità cristiana ispicese. Se vi trovate ad Ispica già dal mercoledì santo vi consigliamo di fare un giro all’imbrunire in piazza dell’Unità d’Italia, vi accorgerete subito che le luminarie accendono l’atmosfera di festa, da un lato il colore predominante è il rosso dall’altro è l’ azzurro. Sapete cosa significa? Vi consigliamo di provare a chiedere ad un passante, attenti però, potreste trovarvi a parlare con un “cavaro” o un “nunziataro”

Lo sapevate chele due confraternite principali, custodi dei riti della Settimana Santa di Ispica, vengono dette dei “cavari” e dei “nunziatari”. I “cavari” hanno questo nome perché prima del terremoto del 1693 gli abitanti di Spaccaforno (oggi Ispica) abitavano nel canyon di Cava Ispica, vicino l’antica chiesa rupestre di Santa Maria della Cava. Le loro mantelline sono rosse, il colore della passione.

I “nunziatari prendono il loro nome dalla basilica alla quale appartengono che è dedicata alla Madonna Annunziata e si contraddistinguono per l’uso di mantelline di colore azzurro come il manto della Vergine Maria. Anche in questo caso l’antica chiesa, antecedente il terremoto del 1693, si trova nell’area archeologica di Cava Ispica, esattamente dentro le mura del Fortilitium, oggi chiamato Parco Forza, dove sorgeva la residenza dei Nobili Caruso prima e Statella poi, padroni del feudo di Spaccaforno.

Storicamente i “cavari” facevano parte del popolo mentre i “nunziatari” della nobiltà.

 

Le prime ore del Giovedì Santo

Non pensate che si vada a dormire… Gli ispicesi vi condurranno lì dove tutto iniziò, unitevi a loro!

Nelle prime ore del giovedì santo, intorno alle ore 01.30, inizia il pellegrinaggio dalla Chiesa rupestre di Santa Maria della Cava. La valle di Cava Ispica, ai piedi del Parco Forza, è il punto di partenza della Via Crucis Vivente guidata dai giovani dell’associazione cattolica “Fazzoletti Rossi” che culmina nel loggiato della Basilica Santa Maria Maggiore.

Sono proprio i giovani, nei costumi d’epoca, a rappresentare dal vivo le stazioni più importanti della Passione di Gesù Cristo: l’ultima cena, il tradimento di Giuda, la flagellazione per mano di crudeli soldati romani, fino alla crocifissione e deposizione nel sepolcro. La crocifissione e la deposizione si svolgono nel loggiato del Sinatra, antistante la basilica di Santa Maria Maggiore.

Alle ore 04.00 in punto voltatevi verso il portone centrale della Basilica: è il momento della cosìdetta “Apertura delle Porte” e il successivo ringraziamento all’altare del SS. Cristo alla Colonna. Potete ascoltare il suono delle trombe echeggiare nel silenzio della notte e, se indirizzate lo sguardo verso l’interno della chiesa, una coltre di nebbia vi viene incontro.

Ma è veramente nebbia? cosa sta per accadere? Non vi possiamo svelare tutto, vi consigliamo di viverlo di persona. Non ci sono parole che possano descrivere le emozioni suscitate da ciò che potete vedere con i vostri occhi.

Giovedì Santo

“A scinnuta” (la discesa)

La mattina del Giovedì Santo ad Ispica il colore predominante è il rosso e la chiesa di riferimento è la Basilica di Santa Maria Maggiore. Verso le ore 10.00 vi consigliamo di posizionarvi sotto la cupola centrale. Non impressionatevi se sui pilastri della basilica vedete appesi ortaggi e cera con la forma di alcune parti del corpo, sono gli ex voto. Vedete entrare i portatori, “i cavari”, che portano sulle spalle la “Vara” (lo supporto ligneo che serve per portare a spalla il simulacro) di colore rosso. Li riconoscete perché indossano una mantella rossa sopra una casacca bianca. Presto la chiesa si riempirà e lo spazio sotto la cupola centrale diventerà molto limitato.

“A matina ro Iova Santu” la chiamano così… c’è gente che aspetta tutto l’anno questo giorno!

Alle ore 11.00 inizia la “Scinnuta”, il prete dopo una predica bussa tre volte alla porta del Cristo alla Colonna ed ecco che si scopre il simulacro sotto gli occhi dei devoti. Nello stesso momento la marcia funebre irrompe come la colonna sonora di un film: sono le note del “Cristo alla Colonna” opera del maestro Giuseppe Bellisario. Posto il Cristo alla Colonna al centro della Basilica, potete vedere i fedeli baciare a turni la colonna, si tratta del consueto rito del ringraziamento al Cristo. Mettetevi anche voi in coda e provate questa esperienza, sarà un momento intimo e profondo.

Non può mancare una visita alla casa della cera dove viene custodito dal 1765 il corpo del pittore Olivio Sozzi, l’ artista degli affreschi della Basilica. Eh si, in questa chiesa è possibile vedere sia le opere che l’artista che le ha realizzate.Si saranno fatte le 13.00 circa, tra un “pititto” e l’altro vi consigliamo di gustare una buona scaccia o un’arancina, fate con comodo. Appuntamento alle 17.00 presso il loggiato del Sinatra antistante la Basilica di Santa Maria Maggiore, assisterete alla “Sciuta”.

 

Consigli per seguire le fasi salienti della processione

 

“A Sciuta” (l’uscita)

Ore 18.00 uscita del Cristo alla Colonna. Il popolo aspetta che “Culonna” attraversi le vie del paese. Accompagnando per qualche chilometro il Cristo e avvicinandovi ai portatori sentirete anche voi la devozione che giovani ed anziani vi trasmetteranno. Porte e finestre delle case sono spalancate come omaggio al Cristo alla Colonna disceso in mezzo al popolo.

“U Ncuontru” (l’incontro)

La prossima tappa, “u ncuontru”, sarà in Corso Garibaldi. Si tratta dell’incontro tra il simulacro della Madonna Addolorata ed il Cristo alla Colonna, si tratta di uno dei momenti più attesi dalla popolazione. La Madonna, portata a spalla dai “nunziatari”, s’inchina al Cristo alla Colonna portato a spalla dai “cavari”. Si tratta di un momento di fede e di contemplazione, non solo l’incontro tra due simulacri, momento che assume una valenza antropologica perché è anche l’incontro tra le due confraternite storicamente rivali.

“A Trasuta” (l’entrata)

Ultimo importante momento “a trasuta”, durante i giri tra le navate della chiesa, i portatori dai volti provati ma fieri invocano il tradizionale canto “Populae Meus” fino all’ ultimo saluto “e picciuotti Culonna”.

Curiosità

Lo sapevate che… la Via Roma durante il giovedì santo 2013 è stata scelta come percorso per rievocare il rito di penitenza dei Flagellanti, con il quale i devoti preparavano la loro anima al Regno Dei Cieli.
Fu proibito nel 1873 perché il percuotersi a sangue offendeva il sentimento civile del pubblico.
Ai tempi la processione partiva dall’edicola detta del “Santissimo” nel vignale di S. Giovanni nelle prime ore del mattino del Giovedì Santo fino ad arrivare in chiesa, dove si recavano a baciare l’altare del SS. Cristo gridando: “Viva lu Patri”!
I Flagellanti in lunga fila, scalzi, a torso nudo, la testa coronata dal giunco di spine, procedevano battendosi le spalle a sangue con i flagelli e mormorando versetti del Miserere accompagnati dalle note della marcia funebre della Jone.

Lo sapevate che… Corso Garibaldi è stato il set di un film famoso Divorzio all’Italiana? Se avete visto il film ed in particolare la scena del funerale, appena sarete sul posto vi sentirete un pò Don Fefè e Angela.

Le prime ore del Venerdì Santo

È ancora buio quando intorno alle ore 05.45 del venerdì santo tutti i fedeli s’incontrano presso l’antica chiesa della SS. Annunziata all’ interno del Fortilitium per percorrere insieme nella preghiera il tragitto che porta all’attuale Basilica della SS. Annunziata, costruita dopo il terremoto del 1693.
Tutto ha inizio dai resti del chiesa d’origine, perché secondo la storia e le testimonianze, era lì che veniva custodita e venerata la statua del Cristo con la Croce, andata distrutta per via di quel terribile e ormai noto terremoto del 1693 che colpì tutto il Val di Noto.
Ecco che alle prime luci dell’alba giunti davanti alla basilica (ore 6.30) vedrete spalancare le sue porte, come quando una madre apre le braccia per accogliere i propri figli.

“Apertura delle porte”, uno dei momenti più emozionanti in cui avvolti da una nube di incenso si raggiunge l’altare del Santissimo Cristo con la Croce per venerarlo, ringraziarlo e affidargli le nostre sofferenze e preghiere.

 

Venerdì Santo

“A scinnuta” (la discesa)

La mattina del Venerdì Santo ad Ispica il colore predominante è l’ azzurro e la chiesa di riferimento è la Basilica SS. Annunziata. Appuntamento ore 10.00 nel transetto centrale. Grande fermento dei portatori “nunziatari” e i devoti tutti per la “Scinnuta” del Cristo alla Croce. Posizionati con la vara sotto l’altare del Cristo attendono il prete, che, rivolgendosi a tutti i fedeli bussa per tre volte alla porta della nicchia e, con un colpo di scena svela il simulacro, subito adornato di fiori.

La cosiddetta “Caduta delle porte”(ore 11.00) è vissuta con intensità e fermento, lo sguardo dei fedeli si proietta nell’immediatezza al sofferente e insanguinato volto di Gesù Cristo, un volto molto espressivo dagli occhi pietosi e dalla bocca socchiusa per l’affanno e la fatica.La marcia funebre del Cristo con la Croce intanto accompagna il momento emozionante della “Scinnuta” e tutti si avviano al ringraziamento baciando i piedi del Cristo. Le mantelline blu e i bambinelli di cera vestiti di azzurro contraddistinguono il colore della confraternita di riferimento.

 

Consigli per seguire le fasi salienti della processione.

“A sciuta” (l’uscita)

Ore 18.00 uscita del Cristo con la Croce. Vi consigliamo di posizionarvi in fondo al viale della piazza SS. Annunziata per poter godere di un’ ampia veduta sia del prospetto della basilica in tutto il suo splendore che del corteo della cavalleria romana, che precede il simulacro.
I soldati a cavallo con tutta la loro eleganza attendono l’uscita del simulacro del Cristo con la Croce sfilando per la via del C.so Garibaldi e la piazza antistante la basilica.
Il Cristo con la Croce procede per le vie della città accompagnato dalle confraternite delle altre chiese e dalla banda musicale che con la sue note diffondono una suggestiva sensazione di lutto.

Molto intenso è il momento della processione che si svolge in via delle Regioni, qui le luci vengono spente e la gente attende il Cristo con la Croce per rendergli omaggio con fiori e una scenografica fiaccolata. La preghiera, la musica di sottofondo, le torce, irrompono in quel silenzio che dura per tutta la via e spezzato d’improvviso dal grido dei portatori “e picciuotti…Cruci”.

“U Ncuontru” (l’Incontro)

La prossima tappa “u ncuontru” che si svolge in via XX settembre. L’incontro tra la Madonna Addolorata e il Cristo con la Croce è uno dei momenti più attesi, la Madonna Addolorata portata a spalla dai “cavari” s’inchina per tre volte ai piedi del Cristo e lo accompagna in processione nel suo percorso fino alla basilica di Santa Maria Maggiore.
Il silenzio e la preghiera sono protagonisti del momento, gli sguardi sono proiettati ai volti del Cristo e della Madre sofferente.

“A trasuta” (l’entrata)

Prima del rientro del simulacro dentro la Basilica SS. Annunziata non perdetevi il tratto in cui il Cristo con la Croce scendendo per la parte iniziale della strada “barriera” si fermerà in posizione frontale alla Santa Croce lignea, conficcata nell’area interna dell’Antica Chiesa della SS. Annunziata del Fortilitium.
Quella croce avvolta in parte da un lenzuolo bianco andrà quasi a rispecchiarsi con la Croce portata sulle spalle da Gesù Cristo, evocando l’intensa passione del Cristo sofferente prossimo alla morte. Questo momento sarà coronato dai cosiddetti “colpi di salice” (fuochi scintillanti poco rumorosi). Subito dopo la processione procede nel cuore dell’antico centro storico, lungo la “vanedda re urdinari” (via Goldoni), parte dell’antico quartiere ebraico. Si tratta di una viuzza stretta, ricca di storia perché ha segnato la storia dell’antica Spaccaforno (nome antico di Ispica utilizzato fino al 1935).
Dopo accingetevi nella piazza della SS. Annunziata dove, una fiaccolata teatrale, omaggiata dalla confraternita dei “nunziatari”, illumina la facciata della basilica regalando emozione e stupore. A seguire il rientro e i tradizionali giri del Cristo con la Croce lungo le navate. I portatori sotto la vara hanno i volti sofferenti e fieri invocano un tradizionale canto fino all’ ultimo saluto “e picciotti… Cruci”.

Curiosità… sicuramente vi state chiedendo...
“Ma cosa ci fa una testa di bue sulla parete laterale della basilica?

”Tra leggenda e realtà: la testa del bove in calcare tenero si trova incastrata nella parete esterna della basilica dell’Annunziata per volere di una ricca famiglia ispicese, la famiglia Modica Boj.
Correva l’anno 1705,durante un giorno di festa, questa famiglia si vide incornare il figlio da un torello perché attratto da un manto rosso, trascinandolo per le vie de paese spaventando la gente impotente nel salvare il bambino.
Dopo una preghiera della madre rivolta alla Madonna, il torello, come per miracolo, adagiò il bambino, sano e salvo, proprio davanti alla Basilica in fase di costruzione e come promesso questa famiglia fece costruire, a sue spese, tre metri di muro della parete sud.

Ps: andate a verificare di persona ☺

Sabato Santo

Il sabato santo è una giornata che non prevede processioni. Si attende la resurrezione del Cristo festeggiata a mezzanotte in tutte le chiese.

Se è una bella giornata vi consigliamo di fare delle escursioni alla scoperta del territorio. Vale la pena visitare il Parco Archeologico della Forza che si trova nell’antica città di Ispica, un tempo chiamata Spaccaforno (nome utilizzato fino al 1935). Inoltratevi nel canyon di Cava Ispica, ricco di grotte millenarie, tra cui quella dell’eremita S.Ilarione godendo dello spettacolo di una natura incontaminata.

Visitate la zona costiera passando per Porto Ulisse, dove si pensa approdò l’eroe greco Ulisse; i Faraglioni di Cirica; la riserva naturalistica Pantani Longarini e le dorate dune di sabbia sahariana bagnando i piedi nel mare cristallino.

Non manca naturalmente la tradizionale gastronomia legata al tipico dolce pasquale: le cassatelle ragusane. Al di là del nome e dell’ingrediente principale, quale la ricotta, le cassatelle ragusane non hanno niente di simile alla tipica cassata siciliana. È un dolce da forno con una base di pasta brisée che viene tagliata a disco; su ogni disco viene posta una cucchiaiata abbondante di ricotta condita con zucchero e cannella e i bordi vengono rialzati pizzicandoli.

 

La Domenica di Pasqua

 

La Domenica di Pasqua, il Cristo Risorto (”'U Risuscitatu”) della Basilica SS. Annunziata di Ispica conclude i festeggiamenti della Settimana Santa.

Alle ore 11.45 vi consigliamo di posizionarvi in Corso Garibaldi, lato Biblioteca comunale “L. Capuana” oppure lato Bar “La Movida” per poter assistere da vicino all’emozionante “ ‘Ncuontru”, in cui il Cristo Risorto uscendo dalla Basilica della SS. Annunziata percorrerà correndo la via, gremita di gente, per abbracciare la madre Maria Addolorata, il cui simulacro esce dalla Chiesa Madre San Bartolomeo.

Gli spari di moschetterie, il volo di colombe, lil ancio di biglietti di auguri e il grido dei nunziatari “....Eppicciuotti Viva lu Patri , viva lu Patri..” (viva il Cristo) accompagnati dalla banda musicale vi lascerà senza parole, emozionandovi. Dopo un giro della piazza principale, da non perdere è il momento del rientro.

Non pensate che sia tutto finito! I festeggiamenti continuano la sera, quindi vi rinnovo l’ appuntamento presso la Basilica SS. Annunziata alle ore 20.30 circa.
Il Cristo Risorto riprende la processione per le vie storiche e principali della città, accompagnata dalla banda musicale e una folla di fedeli che lo segue con gioia.

Successivamente, seguite la processione che si appresta ad assistere allo spettacolo pirotecnico direttamente dal “Belvedere Lungo Cava” dove si potrà ammirare il cielo della notte illuminato da colori e luccichii di sfavillanti fuochi che echeggeranno nel cuore della Cava. Segue l’ultima fase della festa con i rientro del Cristo Risorto in Basilica e i tradizionali giri per le navate a suon di musica.
(Ps: i fuochi pirotecnici saranno sparati in C.da Scorsone)

Curiosità

Lo sapevate che... quelle che vi sembrano bandiere colorate e che le vedete ad ogni processione si chiamano Stendardi, rappresentano tutte le comunità parrocchiali di Ispica, ognuna col proprio colore. Sono finemente ricamate a mano e sono simboli unici delle nostre feste ispicesi.
Se vi capita, durante le processioni dei due Simulacri di sentire uno strano rumore, non abbiate timore, è la traccola, un aggeggio costruito in legno che coordina le fermate e le partenze della vara, il suo suono particolare sostituisce la classica campanella usata nelle altre processioni proprio perché nel triduo pasquale tutte le campane sono “legate” ovvero non possono suonare a festa.

Dal lutto alla festa, dal buio alla luce, è questo il viaggio esperienziale in cui vi immergerete durante la Settimana Santa di Ispica.

photo credits: Carmelo Falco; Annunziata-ispica.it;