masochismo: “bisogno di associare il piacere a condizioni di sofferenza fisica”
(enciclopedia Treccani)
Non c’e’ famiglia ispicese che non prepari almeno una volta nel corso dell’estate un bel piatto di “pasta che tinniruma”.
Anche Andrea Camilleri, ne “Il cane di Terracotta”, fa provare questo caldo piacere estivo al commissario Montalbano:
Si chiamano tinniruma (tenerumi o tenerezze, per chi cerca di italianizzarne il nome). Si possono trovare a mazzetti nel banco verdura dei supermercati o vendute dagli ambulanti agli angoli delle strade.
Ogni famiglia ha la sua versione, ma in linea di massima si tratta di una minestra da servire rigorosamente calda. Le foglie della zucca lunga, che crescono rigogliose in estate, vengono insaporite con il pomodoro e vengono unite alla pasta. C’e’ chi aggiunge aglio, cipolla e/o patate, chi mette il pomodoro fresco a cubetti e chi usa la passata.
Condividiamo con voi la video ricetta, utile a chi voglia preparare a casa la “pasta con i tinniruma” e non sappia da dove cominciare:
Ovviamente non bisogna per forza soffrire, i tinniruma possono essere utilizzati per tante altre ricette. Con l’aggiunta di uova si può realizzare uno sformato, con le foglie arrotolate si possono creare degli involtini di carne trita o semplicemente sbollentarli ed usarli come contorno freddo. Il limite è la vostra fantasia.
Ps: otterrete ugualmente l’effetto di “pulizia” dello stomaco 😉